venerdì 4 settembre 2009
Sabato 4 e Domenica 5 Luglio 2009 - Due giorni in Valle d’Aosta
La gita in Valle d’Aosta si è sviluppata in due giorni, tenendo come base di partenza dei due itinerari Champoluc. Parcheggiato il pulmino (sempre gentilmente offerto dal generoso Giuseppe) nel piazzale che c’è dopo il paese, abbiamo inforcato le nostre bike e risalita leggermente la val d’Ayas su asfalto per qualche Km, tanto per scaldare un po’ la gamba, abbiamo svoltato decisamente a SX imboccando la sterrata che ci avrebbe portato al rifugio “Grand Tourmaline” 2600slm, nostra prima meta. Dopo alcuni tornanti abbiamo capito che i dislivelli che ci imponevamo nei due giorni sarebbero stati da biker con le palle; ma io (Sandro), Stefano (il capogita), Pietro, Giuseppe, e Rudy (simpaticissima e preparatissima guida alpina amico di Stefano) eravamo lì, pronti a dimostrare di essere all’altezza della situazione. La salita non mollava mai ma il panorama circostante ci faceva dimenticare la stanchezza. Arrivati al rifugio , visto che iltempo si stava annuvolando, decidiamo di monitorare l’evolversi del meteo con le gambe sotto al tavolo e con una strepitosa “ Carbonada” con polenta fumante nel piatto, accompagnata da un tris di formaggi tipici locali, il tutto umidificato con dell’ottimo rosso sfuso della casa. Riprese le forze, non contenti della salita della mattina, mettiamo a nanna le nostre bike (ormai esauste) e facciamo uscire il nostro lato “B”, quello escursionistico per intenderci. In circa 40 minuti saliamo a piedi sulla cima del Monte Croce 3000slm. Purtroppo qui le nuvole ci negano la stupenda vista a 360° sul Monte Rosa, Cervino ecc.. Affrontando il rientro, veniamo colti da un breve ma alquanto gelato acquazzone; ma niente paura la gita è stata magistralmente organizzata da Stefano (ci ha messo 6 mesi……..povero) che ha previsto tutto, infatti ha scelto questo rifugio perché dotato di doccia calda e a 2600slm scusate se è poco. La prima giornata èormai alle spalle dopo aver cenato un ultimo raggio di sole ci saluta. Decidiamo di riuscire per scorgere qualche stambecco ma il calare della sera e della temperatura non ce lo consentono. Con un gennepì e una grolla di caffè alla valdostana nel peverello ci avviamo in camera dove dopo un “barzellette a go go”ci godiamo il meritato riposo. La mattina del secondo giorno si apre con un cielo terso e un’aria frizzantina. Facciamo colazione ci copriamo per bene e cavalcate le bike ancora infreddolite e assonnacchiate ci tuffiamo verso il fondovalle facendo dei “tagli tecnici” alla strerrata : ora capisco perché Pietro il giorno prima salendo teneva un occhio sulla strada e uno verso valle….. che briccone pensava già alla discesa…. . Arrivati ancora a Champoluc, iniziamo a risalire il versante opposto della valle sempre su una bellissima e ripida sterrata che ci porta al Plan de Verraz 2050slm. Qui si apre uno scenario bellissimo: unaconca con due pareti laterali di roccia pura, come pavimento un bellissimo prato di fiori gialli e in fronte una stupenda finestra sul ghiaione che si infila direttamente sotto il ghiacciaio del Rosa. Rinvigoriti da tal panorama, torniamo indietro un pezzettino ed affrontiamo un sentierino che taglia a mezzacosta. Anche se praticamente in piano, dobbiamo affrontarlo con le bici in spalla, in quanto molto stretto e assai sconnesso. Dopo una ventina di minuti sbuchiamo su un’altra sterrata che sale verso il Colle di Bettaforca 2672slm, ma appena dopo pochi metri i nostri stomaci ci ricordano che è ormai mezzogiorno. Il grande Stefano, che aveva previsto anche questo, ci mette al corrente di una certa prenotazione fatta il giorno prima ( di nascosto) per 5 biker affamati. Visto che la ripartenza sarà in salita decidiamo di consumare “solo” un piatto di pasta al ragù di capriolo. A malincuore dobbiamo riprendere a pedalare e francamente ci vuole unattimo affinché il carburante arrivi nelle gambe, infatti le prime rampe vengono fatte con tutte le “spie rosse” accese. Finalmente arriviamo in cima; ora sappiamo che davanti a noi c’è solo discesa. Ultima foto (sulla neve) e poi affrontiamo il primo tratto. Ci fermiamo, con i freni fumanti, per una pausa caffè in un borgo del 600 consigliato da Rudy poi ci spariamo giù con un taglio nelle piste da sci dove la pendenza e la gravità si fanno decisamente sentire. Siamo arrivati finalmente al campo base e mentre Stefano e Rudy recuperano gli zaini riportati gentilmente a valle dal rifugista del giorno prima, Pietro vuol sapere a tutti i costi la ricetta della famosa “marmellata di ciclista” ed Io e Giuseppe ci vediamo costretti ad accontentarlo. Bravo Stefano!! hai organizzato il tutto egregiamente e per noi sarà sempre un bellissimo ricordo.
Sandro
Sandro
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento